E’ di queste ore la notizia che sta rimbalzando su tutti i media che riguarda gli insulti rivolti alla scrittrice sarda Michela Murgia tramite Facebook in seguito ad un intervento che quest’ultima aveva fatto a Bologna domenica scorsa durante un dibattito per la Repubblica delle Idee.
A bersagliare la Murgia è un gruppo di Facebook che si chiama “Gruppo uniti a Salvini” e che è già stato segnalato alle autorità postali.
Lei per niente intimorita ha reagito con un suo post personale allegando gli screenshot dei messaggi:
C’è un gruppo “C’è un gruppo dei sostenitori della Lega che si chiama UNITI A SALVINI. Gli iscritti sono 13.595. Qualcuno di loro ci ha postato un articolo che sintetizza il mio intervento a Bologna in piazza Maggiore per la Repubblica delle Idee. Queste sono le reazioni, che si susseguono incontrastate da ore in assenza totale di moderatore.
Non sono una persona insicura né fragile. Che questa gente mi auguri la morte, lo stupro o mi insulti mi importa poco a titolo individuale. Davanti a questa violenza faccio le sole cose sensate: segnalare il gruppo a FB (cosa che vi invito a fare a vostra volta) e denunciare le persone che hanno scritto le cose penalmente rilevanti”.
Ogni giorno un nuovo caso porta a galla un fenomeno strisciante e sommerso fatto di minacce non troppo velate e tanto sessismo.
Tutto questo è diffamazione!
A questo punto la scrittrice non ha esitato a rivolgersi al leader della Lega chiedendogli perché mai le pagine a sostegno del suo partito possano arrivare a tollerare questo linguaggio orrendo che finisce non solo di avere uno scopo intimidatorio, ma offre l’esempio, rischiando di indurre altri a fare altrettanto, sdoganando un linguaggio triviale, minaccioso, osceno che sfocia in una specie di orrenda catena di sant’antonio.
Ed ancora la Murgia scrive in un post su facebook:
“Lasciare questa sequela di commenti in un gruppo aperto dedicato a Salvini – commenta la Murgia – manifesta l’intenzione di punirne una per educarne cento». Il dissenso politico non può essere punito con l’odio, fino alle minacce. La sequenza delle offese è impressionante. «Ha due guanciotte giuste da riempire di schiaffoni», «Da un nero ti devi trafiggere», «questa vuole i migranti per altri motivi personali». «fatti curare deficiente, spero che tutto ciò ti si ritorcerà contro». Sembri un cesso plastificato»
“Segnalare i comportamenti violenti non è inutile. Il contenuto dove comparivano i commenti in cui mi si augurava lo stupro è stato rimosso da FB e il gruppo di salviniani non è più un gruppo aperto: per leggere i loro post adesso occorre iscriversi. Voglio ringraziare le moltissime persone che hanno fatto la segnalazione e che in queste ore mi hanno manifestato solidarietà e vicinanza a vario titolo. E’ questo che occorre fare: agire uniti e vicini, riconoscendoci nei principi democratici che garantiscono la libertà di tutti e tutte. Prima di arrivare agli avvocati c’è il deterrente del giudizio sociale, che va esercitato ora più che mai. La linea del “sii superiore e lascia perdere gli ottusi e i violenti” ha ottenuto il solo risultato di far arrivare gli ottusi e i violenti al governo. Non molliamo!
Ora l’unica strada percorribile per fermare questa catena di violenze è quella giudiziaria in sede penale e civile.
Di seguito gli screenshot:
1) Il post di Michela Murgia sul suo profilo QUI lo puoi leggere tutto
2) I commenti diffamattori
3) La risposta di Fb sulla vicenda